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vitamina D

A cosa serve la Vitamina D, ecco le risposte!

La Vitamina D è fondamentale per la prevenzione e il mantenimento della salute.

Indice

1) Cos’è ed a cosa serve la Vitamina D

2) Sintomi da mancanza da Vitamina D

3) Dove si trova la Vitamina D

4) Vitamina D con ricetta medica, quando?

5) Come assumere la Vitamina D

6) Vitamina D ed altri nutrienti

1)Cos’è e a cosa serve la vitamina D

Finalmente tanti medici, farmacisti e nutrizionisti si stanno accorgento che la vitamina D è fondamentale per la prevenzione e il mantenimento della salute. Ci sono circa 30000 geni nel nostro corpo e la vitamina D interagisce con circa 3000 di essi.

E’ fondamentale contro le malattie autoimmuni (sclerosi multipla, psoriasi, sindrome dell’intestino irritabile..), problemi cardiovascolari (ipertensione, aterosclerosi, migliora il flusso sanguineo e previene la formazione di trombi) ed osteoporosi (viene migliorato notevolmente l’assorbimento di calcio a livello intestinale

Inoltre tra le funzioni meno note della vitamina D ci sono la riduzione del rischio di diabete di tipo 2, morbo di Alzheimer e di Parkinson, infiammazione, trattamento di febbre e influenza, riduzione di complicanze durante la gravidanza e riduzione delle nascite premature.

La vitamina D è classificata tra le vitamine liposolubili (ovvero che si sciolgono nel grasso) ma può essere considerata un ormone steroideo che si ricava dall’esposizione solare, nutrizione ed integrazione

2)Sintomi da mancanza di vitamina D

L’unico modo per capire se siamo o meno carenti di vitamina D è fare delle analisi (non solo vitamina D ma anche paratormone e calcemia), comunque ci sono dei sintomi che possono darci un aiuto:

– Depressione, mal di testa e difficoltà a concentrarsi, stanchezza cronica e sonno durante il giorno.

Parecchi studi hanno collegato questi sintomi alla carenza di vitamina D.

– Dolori muscoloscheletrici ed articolari.

Questi sintomi, spesso confusi con altri, sono il campanello d’allarme per l’osteomalacia una patologia che sottrae minerali dalle ossa (si differenzia dall’osteoporosi dato che la prima ha un contenuto ridotto di minerali mentre la seconda di matrice ossea).

In entrambi i casi la vitamina D è un ottima alternativa ai più comuni bifosfonati (come il risendronato e l’alendronato ed ai loro fastidiosi effetti collaterali.

Se vuoi conoscere quali minerali e vitamine sono utili per avere ossa forti e resistenti leggi questo articolo.

– Frequenti influenze, febbri e raffreddori.

La vitamina D regola l’espressione dei geni che influenza il sistema immunitario e che permette di attaccare i batteri ed i virus.

I fattori di rischio sono il non trascorrere abbastanza tempo all’aperto, l’età (sopra i 50 anni i reni sono meno efficienti a convertire la vitamina D), problemi gastrointestinali come celiachia, morbo di Crohn ecc. ecc. che riducono la capacità di assorbire i grassi e l’essere di carnagione scura (che agendo da filtro solare rende difficile l’assorbimento tramite il sole).

Se ti rivedi in questa mia descrizione probabilmente hai un problema ma sicuramente si può risolvere ?

3) Dove si trova la vitamina D?

La vitamina D esiste in due forme differenti: D2, detta anche ergocalciferolo (presente in alcuni funghi) e D3 (prodotta naturalmente dall’organismo), detta anche colecalciferolo (noto come medicinale con il nome di dibase, tredimin, xarenel e annister).

La fonte migliore di vitamina D è il sole ed in particolare i suoi raggi UVB. Il sole emette due diversi tipi di radiazione: i raggi UVA e gli UVB; i primi causano la formazione di radicali liberi e provocare fotoinvecchiamento, allergie, macchie e tumori della pelle, i secondi invece oltre a renderci più abbronzati sono fondamentali per la produzione della vitamina D (ma attenzione alle scottature che aumentano il rischio di tumori ed invecchiamento della pelle).

Il periodo migliore per esporsi al sole è tra le 10 di mattina e le 2 del pomeriggio (i raggi UVB al contrario degli UVA che sono presenti tutto il giorno sono abbondati in questo intervallo di tempo) per circa venti minuti, una volta ottenuta la giusta quantita di sole il corpo smetterà di produrre vitamina D.

Qualsiasi sia la fonte di vitamina D (sole, dieta o integrazione) questa è biologicamente inerte e necessita di essere attivata (viene idrossilata nel fegato a  25-idrossi vitamina D [25-OH vitamina D] ovvero il calcifediolo (noto come medicinale con il nome di didrogyl) che viene a sua volta idrossilata nei reni per formare1,25-diidrossi vitamina D [1,25-(OH)2] ovvero il calcitriolo (noto come medicinale con il nome di rocaltrol o difix) che finalmente potrà interagire con i recettori per la vitamina D presenti nell’organismo).

La produzione di calciotriolo avviene grazie alla presenza dell’enzima 1-alfa-idrossilasi la cui attività enzimatica è incrementata dal paratormone (PTH, un ormone che aumenta la mobilizzazione di calcio dall’osso, ovvero sottrae calcio) e da una riduzione della fosforemia (ipofosforemia) mentre è diminuita dall’ipercalcemia, dall’iperfosforemia e dalla presenza di elevate concentrazioni di calcitriolo.

Nei mesi invernali, quando non c’è il sole e quindi mancano le opportunità di stare esposti, può quindi essere utile integrare la vitamina D3 (gli integratori sono ricavati dal precursore del colesterolo 7-deidrocolesterolo ottenuto dalla lanolina) dato che pochi alimenti contengono la vitamina D2 o la D3 (ed in moderata quantità).

4) Vitamina D con ricetta medica, quando?

L’Agenzia del Farmaco con una determina pubblicata in Gazzetta Ufficiale ha istituito una nota (la n.96) che regolamenta la prescrizione a carico del Sistema Sanitario Nazionale, nella popolazione adulta, dei medicinali con indicazione “prevenzione e trattamento della carenza di Vitamina D” (colecalciferolo, colecalciferolo/sali di calcio, calcifediolo). 

La prescrizione a carico del SSN dei farmaci (colecalciferolo, colecalciferolo/Sali di calcio, calcifediolo) con indicazione “prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D” nell’adulto (>18 anni) è limitata alle seguenti condizioni:


Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D nei seguenti scenari clinici:


indipendentemente dalla determinazione della 25(OH) D
– persone istituzionalizzate
– donne in gravidanza o in allattamento
– persone affette da osteoporosi da qualsiasi causa o osteopatie accertate non candidate a terapia remineralizzante (vedi nota 79)
 
previa determinazione della 25(OH) D (vedi algoritmo allegato)
– persone con livelli sierici di 25OHD < 20 ng/mL e sintomi attribuibili a ipovitaminosi (astenia, mialgie, dolori diffusi o localizzati, frequenti cadute immotivate)
– persone con diagnosi di iperparatiroidismo secondario a ipovitaminosi D
– persone affette da osteoporosi di qualsiasi causa o osteopatie accertate candidate a terapia remineralizzante per le quali la
 
correzione dell’ipovitaminosi dovrebbe essere propedeutica all’inizio della terapia*
– una terapia di lunga durata con farmaci interferenti col metabolismo della vitamina D
malattie che possono causare malassorbimento nell’adulto
 
* Le terapie remineralizzanti dovrebbero essere iniziate dopo la correzione della ipovitaminosi D

(Vedi la NOTA 96)

5) Come assumere la vitamina D

La mancanza di vitamina D è definita ipovitaminosi D.

Pertanto, con il termine di ipovitaminosi D si intende una riduzione dei livelli sierici di calcifediolo al di sotto di 30 ng/ml (insufficienza con valori compresi tra 20 e 30 ng/ml; deficit valori < 20 ng/ml) anche se i valori ottimali e da raggiungere, assolutamente sono i 50 ng/ml ovvero i valori in cui i valori di paratormone risultano stabili (il paratormone stimola il riassorbimento del calcio dal tessuto osseo aumentandone la concentrazione nel sangue ed in caso di carenza di vitamina D si ha un iperparatiroidismo secondario).

Quindi ora le domande che vuoi farmi sono:

–       Come assumere la vitamina D

–       Quanta assumerne?

Come assumere la vitamina D

La vitamina D si misura in UI (unità internazionali, dove 1 UI = 0,025 µg di calciferolo).

Come già detto è una vitamina liposolubile con un emivita di 24 ore (ovvero i livelli si dimezzano ogni 24 ore) pertanto le classiche raccomandazioni quando si assume il dibase (“ne prenda un flaconcino al mese” / “prenda 3 o 4 gocca alla settimana, sul pane”) non hanno fondamento dato che è molto meglio assumerla giornalmente (oggi ne prendi 10.000 UI, domani ne avrai 5.000, dopodomani 2.500, fra quattro giorni 1.250 e cosi via e di questo passo prima di raggiungere i livelli desiderati ci metterai mesi) ed in concomitanza con cibi grassi (il pane non è ricco di grassi ma di carboidrati).

– “Questo lo dici tu!” –

Non lo dico solamente io, lo dice anche l’AIFA che dice testualmente ” L’approccio più fisiologico della supplementazione con vitamina D è quello giornaliero”

Facciamo un esempio per capirci meglio, ok?

Ti han consigliato di prendere 10.000 UI di Dibase tutti i lunedi mattina alle 9

Sapendo che ogni 24 ore si dimezza il giorno dopo alle 9 (martedi) avrai 5.000 UI, poi 2.500 il mercoledi, 1.250 il giovedi, 625 il venerdi, 312.5 il sabato, domenica 156 e poi si ricomincia da capo

Quindi perchè prendere il dibase una volta alla settimana o una volta al mese?

Ah, è anche scritto nel bugiardino di dibase ed annister, se non bastasse 😉

Posologia giornaliera di dibase ed annister dal bugiardino.

La dose è dipendente dal peso, dal colore della carnagione, dalla quantità di tempo in cui si è esposti al sole, da cosa si mangia ed ovviamente dipende dal livello di partenza.

Si può ottenere abbastanza vitamina D dall’alimentazione?

No, assolutamente no.

(Nel caso tu abbia una patologia gastrointestinale come potrebbe essere la celiachia tieni presente che l’assorbimento intestinale è ridotto e pertanto potresti andare incontro ad un deficit di vitamina D.


L’assunzione di vitamina D può essere utile in caso di celiachia certificata, anche perchè il malassorbimento intestinale causato da questa malattia può irrigidire i tessuti e la vitamina D contribuisce invece a garantirne la normale elasticità).

Gli alimenti più ricchi sono le ostriche (640 UI per 100 g, circa), il salmone (400 ui per 100 g), le sardine (175 UI per 100 g) e l’olio di fegato di merluzzo (un cucchiaio apporta circa 1300 ui ma ha un sapore veramente sgradevole).

Tanti siti internet consigliano una assunzione di 10.000 unità al giorno ma essendo tante le variabili a mio avviso la cosa migliore è una integrazione personalizzata, ovviamente consigliata da un esperto.

Questo perché la vitamina D è rischiosa? Assolutamente no, fortunatamente la vitamina D è assolutamente sicura, studi dimostrano che non è tossica fino a 50.000 UI al giorno (ovvero 2 flaconcini di dibase da 25, quello che prendi una volta al mese) ma ognuno in base alle proprie carenze ha un dosaggio migliore, non esiste la ricetta per tutti.

6) Vitamina D ed altri nutrienti

Oltre a capire quale è il dosaggio ideale per te di vitamina D ed assumerne un dosaggio in grado di portarti almeno a 50 ng/ml è importante assumere abbastanza vitamina K2, calcio e magnesio.

La vitamina K2 è consigliata nel caso di alti dosaggi di vitamina D sia per evitare il rischio di calcificazione arteriosa sia perché lavorano insieme per rendere più forti le ossa ed il cuore.

Nel caso tu sia carente di calcio è spesso sufficiente dare una sistemata all’alimentazione. Molti erroneamente pensano che contro l’osteoporosi sia fondamentale l’assunzione di calcio, al contrario l’aumentata assunzione di calcio può aumentare il rischio di attacchi cardiaci ed infarto.

Se invece assumi la vitamina D e nello stesso tempo non hai livelli adeguati di magnesio il tuo corpo non sarà in grado di utilizzare nel modo giusto la vitamina D3, questo perché il magnesio è necessario per attivarla (se i livelli di magnesio sono bassi la vitamina D rimane immagazzinata da inattivata).

Inoltre il magnesio aiuterà il calcio a rimanere nelle cellule a svolgere le sue funzioni, è una versione naturale dei bloccanti dei canali del calcio (farmaci che servono contro l’ipertensione come verapamil, diltiazem e nifedipina ,questi farmaci detti anche calcio antagonisti riducono la pressione del sangue, limitando la quantità del calcio presente nel flusso sanguigno che il cuore provvede a spingere nelle arterie, questo perchè il calcio stimola il cuore a contrarsi con maggiore forza e quindi causa l’aumento della pressione).

(Ho scritto questo articolo sul magnesio, puoi leggerlo qui per approfondire)

Bibliografia

Fonti generali per tutti gli articoli di questo blog sono i volumi consigliati dai Docenti dei corsi di laurea che ho frequentato all’universita, mentre per approfondire durante la stesura di questo articolo ho consultato le seguenti pubblicazioni:

Dott. Federico Mulazzani

Farmacista & Nutrizionista titolare di "Farmacista Nutrizionista" esercizio farmaceutico situato a Rimini in Via Dante 13 Nella stessa sede svolgo attività libero professionale su appuntamento come <strong>Nutrizionista </strong> Prenota la tua <a href="https://www.farmacistanutrizionista.it/prenota-la-tua-consulenza/" rel="noopener">Consulenza Online</a>